martedì 22 aprile 2014

Armonia

Quando si gioca una partita di calcio l'obiettivo è vincere e per vincere ciascuna squadra deve cercare di fare più goal dell'altra.
Sfido però chiunque di voi ad aver assistito ad una partita di calcio in cui ogni giocatore nell'esatto momento in cui prende possesso della palla, tiri a porta a prescindere da dove si trova, quanti avversari ha davanti e tanti altri parametri.



Nonostante lo scopo sia quello di fare goal, ci sono dei momenti in cui si costruisce, si crea una azione favorevole, si cerca di portare nell'area di attacco molti compagni di gioco.

Quindi si può affermare che c'è un tempo dedicato allo scopo finale e c'è un tempo dedicato alla costruzione di uno scenario che renda favorevole raggiungere lo scopo finale.

Nell'aikido non sempre questo sembra essere chiaro, si assiste spesso a pratiche in cui appena i due partner vengono in contatto tra loro, uno dei due abbia già deciso quale tecnica fare, anche se è  assolutamente impraticabile in quel determinato scenario, ma la deve fare perché così ha deciso, a prescindere da tutto.



La tecnica si mostra da sé; non siamo noi a decidere, magari cinque minuti prima che l'altro ci attacchi, quale tecnica fare.

Bisognerebbe lavorare in modo tale che l'avversario attacchi nel modo che preferisce, poi provare ad evitare il suo attacco, dopodiché ingaggiare un contatto con lui, e poi destrutturarlo ed infine eventualmente portare a termine una tecnica, oppure se non c'è bisogno più di andare avanti, si può anche evitare di fare la tecnica.

Si dice che nella musica l'armonia sia data dalle pause, a me piace pensare che sia così anche nell'aikido.



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