venerdì 23 novembre 2012

Libertà di espressione


Mi trovo oggi ad affrontare un tema a me molto caro, già rivisitato diverse volte.

La libertà. 




Credo che libertà significhi essere costantemente padroni di se stessi.

Ma come si raggiunge tale grado di libertà? Liberandoci dagli schemi.



A tal proposito, sono fermamente convinto che le basi siano utilissime, senza una buona base gli edifici crollano, il problema nasce quando si crede che la base sia esclusivamente la risposta a tutti i problemi.

Il palazzo non è le sue fondamenta, una scultura non è la pietra, un quadro non è la tela ed i colori, un arte marziale non è la tecnica.
Se crediamo veramente che solo la tecnica sia sufficiente per avere un buon marzialista, credo che stiamo commettendo un grave errore.
Le basi sono fondamentali, ma allo stesso tempo sono uno strumento, un propedeutico, ma di certo non sono la risposta, se la domanda è “libertà”.
Anzi spesso la base è il contrario della libertà. Un errore comune è ritenere che nella base ci sia tutto ciò che c’è da sapere, così pensando non ci sentiremo mai liberi di esprimere la nostra personalità.

La base è la strada, la libertà è la destinazione.



Come dice Yoda <<Devi disimparare ciò che hai imparato>>.

Questo significa che una volta imparata la base, dobbiamo essere in grado di andare oltre.


Sembrerò banale, ma non dimentichiamoci che un arte marziale si chiama così poiché è un arte e come tale ci da la possibilità di esprimere noi stessi, non sprechiamo questa possibilità.

A tal proposito voglio riportare un estratto da un libro che sto leggendo, che mi ha dato spunto per la scrittura di questo post.

"L’uso che Musashi faceva della spada differiva da quello del comune spadaccino del suo tempo. In base alle normali tecniche, se il primo colpo andava a vuoto, la forza della spada si dissipava nell’aria. Era necessario riportar la lama indietro prima di colpire ancora. Ciò era troppo lento per Musashi. Ogni qual volta egli colpiva di lato, c’era pronta una stoccata di ritorno. Una sventola verso destra era seguita, essenzialmente in un'unica mossa, da una sventola di ritorno a sinistra. La sua lama creava due strie di luce, un disegno molto simile a due aghi di pino congiunti all’estremità.
                …….
                Non avendo studiato sotto un maestro, Musashi si trovava talvolta in svantaggio, ma c’erano anche dei casi in cui ciò gli tornava vantaggioso. Uno dei suoi punti di forza era ch’egli non era mai stato premuto entro lo stampo di alcuna scuola particolare. Dal punto di vista ortodosso, il suo stile non aveva alcuna forma discernibile, non aveva né regole né tecniche segrete. Creato dalla sua immaginazione e dalla sua necessità, era uno stile difficile a classificarsi o a definirsi."

 estratto da "Musashi", di Eiji Yoshikawa.





sabato 10 novembre 2012

Piccoli dettagli

Per la serie "Su questo blog difficilmente vedrete video di aikido in cui praticanti volano a destra e a sinistra", credo semplicemente che su questo blog vedrete ciò che io apprezzo di più dell'aikido e non sto parlando quindi di balletti coreografici per stupire il pubblico, bensì parlo di studi e criteri per stupire se stessi.

Questo video potrebbe rientra nella categoria dei video "Piccoli dettagli che fanno una grande differenza e che fanno grande un uomo".