lunedì 28 ottobre 2013

Piacevole storiella

Sono stato contattato da un amico/allievo il quale mi ha girato la storiella che porto di seguito, consapevole del fatto che io l'avrei apprezzata.

Tutto ciò mi ha dato da pensare, significa che quello che stiamo facendo a lezione funziona, i ragazzi stanno lavorando molto sull'approccio mentale ai problemi, sulla capacità di saper guardare il mondo da prospettive diverse e che forse anche in situazioni apparentemente impossibili, una via d'uscita si può sempre trovare.


E’ una giornata uggiosa in una piccola cittadina, piove e le strade sono deserte.
I tempi sono grami, tutti hanno debiti e vivono spartanamente.
Un giorno arriva un turista tedesco e si ferma in un piccolo alberghetto.
Dice al proprietario che vorrebbe vedere le camere e che forse si ferma per il pernottamento e mette sul bancone della ricezione una banconota da 100 euro come cauzione.
Il proprietario gli consegna alcune chiavi per la visione delle camere.
1. Quando il turista sale le scale, l’albergatore prende la banconota, corre dal suo vicino, il macellaio, e salda i suoi debiti.
2. Il macellaio prende i 100 euro e corre dal contadino per pagare il suo debito.
3. Il contadino prende i 100 euro e corre a pagare la fattura presso la Cooperativa agricola.
4. Qui il responsabile prende i 100 euro e corre alla bettola e paga la fattura delle sue consumazioni.
5. L’oste consegna la banconota ad una prostituta seduta al bancone del bar e salda così il suo debito per le prestazioni ricevute a credito.
6. La prostituta corre con i 100 euro in albergo e salda il conto per l’affitto della camera per lavorare.
7. L’albergatore rimette i 100 euro sul bancone della ricezione.
8. In quel momento il turista scende le scale, riprende i soldi e se ne va dicendo che le camere non gli piacciono e lascia dalla città.
- Nessuno ha prodotto qualcosa
- Nessuno ha guadagnato qualcosa
- Tutti hanno liquidato i propri debiti e guardano al futuro con maggiore ottimismo



mercoledì 23 ottobre 2013

Io faccio Aikido


E’ strano il mondo, figuriamoci poi il mondo virtuale…


E’ sempre altissimo il numero di pseudo-litigi che si vedono in rete, capita sovente che qualcuno un giorno si sveglia con una bandiera in mano e sostiene che c’è gente che sbaglia e gente che fa bene, e gli altri che stanno lì a guardare decidono con che bandiera stare, e si creano mini-fazioni, gente che da un semplice o complicato commento cominciano a sollevare questioni assurde e litigare tra loro.


Beh sapete che vi dico?
Io faccio Aikido.


Non mi interessa chi fa parte di una federazione, chi è dan X e chi è cintura Y, non mi interessa sapere che c’è gente che gira il mondo per cercare di fare stage, non mi interessa sapere da quanti anni la gente si allena.
Decido chi seguire come insegnante, mi alleno e spero che qualcuno decida che un giorno possa essere io ad insegnare qualcosa.


Tutto qui; sarebbe molto più semplice se si scegliesse di praticare con questo spirito. E non parlo solo di pratica di arti marziali, parlo proprio di approccio al mondo.


Non posso pretendere che il mondo abbia il mio stesso punto di vista, anche perché sarebbe un mondo tristissimo se tutti guardassimo le cose dalla stessa prospettiva.



Non vi sto parlando qui di chiusura mentale del tipo “Non mi importa di quello che accade, io faccio questo e non voglio sapere niente!!!” sto parlando di qualcosa del tipo “Se tu hai scelto questa strada, per me va bene, ma io ho scelto qualcosa di diverso e se vuoi ti spiego perché”.

giovedì 3 ottobre 2013

Possibilità


Impegnarsi in qualcosa è lodevole ed è molto interessante scoprire quanto si possa essere più o meno bravi nel farlo.
Ora assodato che la bravura è un pregio, proviamo ad andare oltre.
Non voglio fare un discorso sulla qualità, voglio parlare delle possibilità.



Ho partecipato poco fa ad un interessantissimo stage di aikido, che mi ha insegnato a vedere le cose da una prospettiva diversa.

Possibilità significa avere la facoltà di poter cambiare, avere la facoltà di scegliere, sentire ciò che ci accade intorno ed adattarci continuamente, essere sempre liberi di poter fare qualcosa, non si tratta di fare bene qualcosa, ma si tratta di poter fare qualcosa.

Non nego che fare bene qualcosa sia importante, ma quando riusciremo a poter fare qualcosa che è in armonia con ciò che ci circonda allora saremo veramente liberi.



Si tratta di rompere gli schemi, di sentirsi sempre liberi, ma non è una libertà del tipo "Ma che me ne frega, io lo faccio lo stesso", piuttosto è una libertà che ci offre la possibilità di adattarci continuamente al mondo che cambia, così come il fiume non si ferma mai e si adatta a tutto ciò che incontra nel suo cammino.