venerdì 24 febbraio 2012

Fare, non fare.

Uno dei problemi comuni che riscontro nella pratica è quello di voler fare qualcosa, non che sia in sè sbagliato, anzi ben venga la buona volontà e l'impegno,  attenti però all'ostinazione.

La ricerca efferata di qualcosa non necessariamente porta a qualcosa, la ricerca efferata di qualcosa ci concentra  però sicuramente nella ricerca di una determinata cosa.
Nel caso peggiore non siamo riusciti a trovare ciò che stiamo cercando, nel caso migliore invece siamo arrivati alla nostra soluzione (ma in realtà avevamo già scelto dal primo momento cosa avremmo trovato e soprattutto che strada percorrere per trovarlo).



Occhio però che le mie parole non vengano fraintese, io non sto dicendo non metterci tutto l'impegno possibile nella pratica, sto solo dicendo di non costringervi necessariamente a mettere in pratica la soluzione che avevamo già deciso dal primo momento.


Proviamo a tornare indietro di tanti anni, quando da bambini giocavamo con le forme geometriche ad incastro.




Semplicemente quello che suggerisco di fare e non provare a fare entrare il quadrato nel posto riservato al cerchio, ovvio che a furia di botte, il quadrato smusserà i suoi angoli e probabilmente entrerà, ma abbiamo commesso i seguenti errori

1)Eravamo già convinti prima di cominciare a giocare che il quadrato doveva andare nel posto riservato al   
   cerchio
2)Abbiamo cambiato l'esistenza del quadrato (un quadrato smussato di certo non è un quadrato)
3)Abbiamo anche rotto il gioco, e quindi come ogni bambino che si rispetti dovremmo almeno piangere :)




L’approccio ideale dovrebbe essere quanto più tranquillo e neutrale possibile (nessuno mi dirà niente se sto tutto il giorno a guardare il mio gioco senza fare niente), poi,  se e quando avrò deciso di giocare con le forme, comincerò a prendere confidenza che gli oggetti che tocco e mi chiederò perchè le forme sono tali e come possono correlarsi al piano di lavoro.


In sintesi bisogna sapersi correlare continuamente a tutte le variabili in gioco.

Siamo noi a fare la tecnica, non è la tecnica che viene fatta da noi.

Non ostiniamoci a trovare per forza LA soluzione, cerchiamo di vedere le soluzioni.



L'ostinazione è la parente povera della volontà” (Malcolm de Chazal)

2 commenti:

  1. La fretta dei giorni nostri, la continua rivalità con l'altro, ci inducono a fare le cose in maniera meccanica e senza pensare e ragionare.
    Mi fa pensare in positivo la citazione:
    "Siamo noi a fare la tecnica, non è la tecnica che viene fatta da noi."

    Grazie, perché mi hai dato uno spunto di riflessione.

    RispondiElimina
  2. Ciao,
    mi fa piacere sapere che questo commento sia stato fatto da una persona che in vita sua non hai mai praticato aikido.
    Questo è segno dell'adattabilità dei principi di aikido alla vita comune di tutti i giorni.

    RispondiElimina