“...Il tiro con l’arco ora
come allora è una faccenda di vita o di morte, in quanto è lotta dell’arciere
con se stesso; e una lotta di questo genere non è un mistero surrogato, ma il
fondamento di ogni lotta rivolta all’esterno – e sia pure contro un’avversario
in carne e ossa.
Se partendo da qui si chiede ai maestri d’arco come vedano e rappresentino
questa lotta dell’arciere con se stesso, la loro risposta apparirà del tutto
enigmatica. Perchè per essi la lotta consiste nel fatto che il tiratore
mira a se stesso – eppure non a se stesso – e ciò
facendo forse coglie se stesso – e anche qui non se stesso – e così insieme
miratore e bersaglio, colui che colpisce e colui che è colpito. Oppure, per
servirmi di espressioni care a quei maestri, bisogna che l’arciere, pur
operando, diventi un immobile centro....”
Da “Lo Zen e il tiro con l’arco” di Herrigel
Eugen
Questo brano letto e riletto
tante volte, mi è sempre rimasto dentro, lo stesso principio espresso in questo
brano va applicato allo studio delle arti marziali.
Non ha senso allenare
esclusivamente la forza fisica, altrimenti ci stiamo affidando ad una pratica
che funziona solo fino a quando non incontriamo qualcuno più forte di noi.
La vera forza di un buon
allenamento è la padronanza di sé.
Mentre ci stiamo allenando ci
possiamo permettere di capire e distinguere un movimento corretto da uno
sbagliato, ma in una situazione di pericolo non abbiamo nè il tempo nè
probabilmente la lucidità per farlo.
In questa situazione se siamo
fermi a pensare cosa sarebbe giusto o sbagliato fare allora abbiamo perso in
partenza, dobbiamo solo dare libertà al corpo di agire, e la tecnica troverà da
solo il bersaglio, come avviene per la freccia dell’arciere zen.
Per poter lavorare in questo modo
c’è bisogno di sentire l’avversario, sentirlo attraverso le nostre braccia, le
nostre mani, le nostre gambe, dobbiamo mettere in ascolto il nostro corpo, il
quale attraverso le sensazioni date dal nostro avversario ci permette di
trovare una nostra via di espressione, piuttosto che decidere a priori cosa
fare.
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