lunedì 27 gennaio 2014

Il bonsai e il punto di contatto

“Bonsai è l'arte di creare miniature di alberi, coltivandoli per anni in un piccolo vaso. Con questa particolare tecnica si indirizza la pianta, durante il processo di crescita, ad assumere le forme e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale.”
(da Wikipedia)



Domenica mattina sono stato da un amico nonché allievo di Aikido, il quale coltiva bonsai, tra una chiacchera e l'altra ad un certo punto lui mi fa "vieni dai ti faccio vedere i miei bonsai".

Non potete immaginare lo stupore e la gioia quando mi sono trovato davanti circa 15 bonsai, uno più bello dell'altro, i miei occhi non sapevano su quale soffermarsi di più per poterne ammirare la bellezza.



In quella dimensione estatica lui ha cominciato a spiegare in che modo cura queste piante, e mi spiegava che se vuoi che alcuni rami prendano una determinata strada ed una forma specifica, bisogna "condizionare" il loro percorso, attraverso del filo di metallo, ma bisogna farlo in maniera opportuna, perché se è tutto troppo "morbido" la pianta non ti segue, se è troppo rigido la pianta rischia di spezzarsi.

A tal punto io gli ho detto che noi aikidoka facciamo esattamente la stessa cosa, una volta stabilito un punto di contatto con il nostro avversario, se vogliamo lavorare su quel punto di contatto dobbiamo usare lo stesso criterio, se siamo troppo rigidi, o "spingiamo" troppo verso quel punto di contatto, rischiamo che il nostro avversario non potendo resistere a quella forza vada via, si allontani da noi, spezzando appunto quel legame, mentre se siamo troppo morbidi, il nostro avversario non ci seguirà mai perché non siamo presenti.



Se sappiamo applicare questo principio all'arte dei bonsai, saremo maestro di bonsai, se sappiamo applicare questo principio all’aikido, saremo maestri di aikido, se sappiamo applicare questo principio alla vita di tutti i giorni saremo maestri di vita.

venerdì 24 gennaio 2014

Questione di ingredienti

"Questa settimana impareremo a preparare una crostata alla frutta, di fronte a voi troverete tutti gli ingredienti.  Mettetevi all'opera" disse lo chef alla classe di apprendisti cuochi.
I ragazzi si misero subito all'opera.



Dopo una settimana di crostate alla frutta, lo chef disse "Mi raccomando questa è l'ultima lezione di crostate poi il corso è finito, non deludetemi proprio ora, cominciate subito a cucinare".

Quando il primo ragazzo scoprì il panno che copriva gli ingredienti pensò si trattasse di uno scherzo, ma subito un lieve brusio si alzò nella sala, tutti i ragazzi si guardarono e capirono che a tutti era toccata la stessa sorte, al posto della frutta c'erano peperoni, zucchine e melanzane.




Lo sgomento dei ragazzi si fece sempre più forte attraverso le loro voci e lo chef li zittì intimando "Muovetevi avete poco tempo!!!".

Trascorso il tempo necessario tutti consegnarono la crostata con le verdure, una vera porcheria ed ogni volta che un ragazzo mostrava la sua crostata di verdure lo chef muoveva rassegnato la testa a destra e sinistra.

L'ultimo ragazzo gli presentò delle verdure grigliate dicendo "l'accoppiamento crostata/verdura non credo sia giusto, una crostata senza niente non credo sia proponibile, l'unica cosa che mi sentivo di fare con gli ingredienti che avevo erano delle verdure grigliate" e fu in quel momento che un sorriso si fece strada sul viso dello chef il quale pensò soddisfatto "ben fatto".


La tecnica durante l'allenamento è un strumento non il fine ultimo, non l'obiettivo, attraverso la tecnica e l'allenamento riusciamo ad acquisire tutta una serie di strumenti che ci permettono di poterci esprimere liberamente, non siamo schiavi della tecnica ma padroni delle nostre potenzialità attraverso gli strumenti acquisiti dalla tecnica.

Se il nostro partner si sta allenando con noi sapendo già quello che io sto per fare e proprio per questo si sforza di non farmelo fare, non bisogna insistere, se lui cambia qualcosa la cambio anche io.



"Chi è più pazzo, il pazzo o il pazzo che lo segue?"