“Bonsai è l'arte di creare miniature di alberi, coltivandoli per anni in un piccolo vaso. Con questa particolare tecnica si indirizza la pianta, durante il processo di crescita, ad assumere le forme e dimensioni volute, pur rispettandone completamente l'equilibrio vegetativo e funzionale.”
(da Wikipedia)
Domenica mattina sono stato da un amico nonché allievo di Aikido, il quale coltiva bonsai, tra una chiacchera e l'altra ad un certo punto lui mi fa "vieni dai ti faccio vedere i miei bonsai".
Non potete immaginare lo stupore e la gioia quando mi sono trovato davanti circa 15 bonsai, uno più bello dell'altro, i miei occhi non sapevano su quale soffermarsi di più per poterne ammirare la bellezza.
In quella dimensione estatica lui ha cominciato a spiegare in che modo cura queste piante, e mi spiegava che se vuoi che alcuni rami prendano una determinata strada ed una forma specifica, bisogna "condizionare" il loro percorso, attraverso del filo di metallo, ma bisogna farlo in maniera opportuna, perché se è tutto troppo "morbido" la pianta non ti segue, se è troppo rigido la pianta rischia di spezzarsi.
A tal punto io gli ho detto che noi aikidoka facciamo esattamente la stessa cosa, una volta stabilito un punto di contatto con il nostro avversario, se vogliamo lavorare su quel punto di contatto dobbiamo usare lo stesso criterio, se siamo troppo rigidi, o "spingiamo" troppo verso quel punto di contatto, rischiamo che il nostro avversario non potendo resistere a quella forza vada via, si allontani da noi, spezzando appunto quel legame, mentre se siamo troppo morbidi, il nostro avversario non ci seguirà mai perché non siamo presenti.
Se sappiamo applicare questo principio all'arte dei bonsai, saremo maestro di bonsai, se sappiamo applicare questo principio all’aikido, saremo maestri di aikido, se sappiamo applicare questo principio alla vita di tutti i giorni saremo maestri di vita.